Settimo giorno; Le opere di misericordia in san Paolo della croce; Ammonire i peccatori

Misericordia è il cuore di Dio che è toccato dalla miseria dell'uomo, dice Papa Francesco. Gesù non giudica ma si inchina davanti a noi, alle ferite delle nostre storie, ai nostri peccati. Gesù conosce i nostri peccati, ci guarda dal basso verso l'alto, il suo sguardo ci solleva, ci ridà dignità.
Tutti siamo peccatori . Non ci sono quindi, * giusti * che ammoniscono i peccati, ma i fratelli che danno una mano ai fratelli perchè non cadano in peccato o perchè si tirino fuori da uno stato di peccato.
E' forte l'ammonimento di Dio per mezzo del profeta; Se io dirò al malvagio; Tu morirai ! E tu non lo avverti e non parli perchè il mavagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te ( Ez 3, 11. 16-21 )
 
DALLA SPIRITUALITA' DI SAN PAOLO DELLA CROCE DI S. VINCENZO STRAMBI
P. Paolo non si lasciava sfuggire alcuna occasione in cui avesse potuto giovare al suo prossimo e promuoverne con ardente carità il bene spirituale. Essendo la correzione un cibo disgustoso al palato della natura guasta, la carità sola lo può raddolcire, onde il povero prossimo infermo e bisognoso non lo aborrisca e lo rigetti con nausea.  In tali occasioni appunto il nostro Santo faceva conoscere che aveva il vero spirito di dio, che è spirito soave e dolce più del miele; ( Ecc 24, 27 ). Nelle correzioni non dissimulava già il male, nè palpava la piaga, ma se era necessario adoperava ferro e fuoco;  sapeva però adoperarlo con tale discrezione e magistero, che veramente era ammirabile. Non avviliva nè costernava veruno; non si lasciava trasportare da passione; ma padrone di se stesso, univa con grande discretezza vino ed olio, rigore e piacevolezza. Con prudenza mirabile sapeva così bene unire la severità alla dolcezza che d'ordinario ne riportava l'effetto bramato. Usava parole tanto amorevoli che mostravano il suo cuore pieno di vero affetto e facevano conoscere il desiderio che aveva del bene di chi era corretto. 
Nell'atto stesso che era costretto a correggere con rigore, accompagnava le parole con grandi dimostrazioni di carità e da questo appariva chiaramente che altro non desiderava che il vantaggio spirituale del suo prossimo.
Come faceva parlando, così usava lo stesso modo scrivendo.
Era sua massima che gli avvisi dati con dolcezza medicano ogni piaga; al contrario quelli dati con asprezza in cambio di guarirne una, ne fanno dieci. Tanto gli stava a cuore questo sentimento che voleva si procedesse con tutta soavità e dolcezza anche nelle esortazioni che si fanno in comune a tutta la religiosa famiglia. Scrive ad un superiore;
Ho inteso che v.r. negli esami e nei capitoli, fa esclamazioni con grande forza, come se facesse la missione a gente con i baffi; ma caro padre rettore, perchè fa cosi ? Lodo il suo zelo, so che nasce da un vivo desiderio dell'osservanza; ma la verità si è che i nostri religiosi sono assai buoni; sepperò non vi sia bisogno di tali esortazioni. Operi con dolcezza, parli con riposo di spirito, non sforzi il petto e creda che farà più colpo, più profitto ed i religiosi saranno più contenti.
Se quelli che erano corretti si umiliavano e confessavano i loro mancamenti, il suo cuore tenerissimo non sapeva reggere. come madre amorosa li abbracciava e perdonava loro ogni mancanaza.
Aveva uno dei nostri comesso una grave mancanza, per cui meritava di essere espulso dalla congregazione. lo ammonì il p. Paolo con tanta carità, che il religioso rapito dalle sue dolci maniere, si sottomise volentieri alla penitenza che gli fu imposta e si emendò con edificazione e consolazione di tutti.
Una volta alcuni chierici, non so per quale mancanza ripresi dal buon padre, si posero in ginocchio. Egli allora tutto sereno e gioviale, col sorriso sulle labbra disse loro; O adesso va a gridare se puoi! Che volete che vi faccia ?  Alzatevi che l'avete vinta; e con la sua solita dolcezza si trattenne in mezzo a loro come amorevole padre.
Bastava che conoscesse la ragione per cui si era operato che mutava la correzione in compassione e tenerezza. Talora cedeva per non dare occasione ai meno virtuosi di qulache maggior male, imitando la condotta del redentore di cui è scritto nel Vangelo; Non spezza la canna incrinata, non spegne il lucignolo che fumiga ( Mt 12,20 )
Perchè gli spiriti umani ordinariamente voglion essere trattati con riguardo e delicatezza, il santo teneva lo stesso metodo anche quando si trattava di correggere persone secolari. Dio benediceva le sue parole che riuscivano di efficacia mirabile 
 
ORAZIONE 
Dio eterno, la cui Misericordia è infinita 
e il tesoro della compassione è inesauribile,
rivolgi a noi uno sguardo di bontà e moltiplica in noi la tua misericordia,
affinchè nei momenti difficili non ci perdiamo d'animo
e non smarriamo la speranza,
ma con la massima fiducia, ci sottomettiamo alla tua santa volontà,
la quale è Amore e Misericordia.
Amen.